Ore 10.00 partenza per Sestola, io, Francesco, Gibbo e Leo (Jack Russel). Francesco mi sembra vestito un po' da fighetto, è probabile che troveremo neve tanto freddo, Gibbo invece super previdente ha la tuta da neve. Prendiamo la Bravo che ha le gomme termiche, Francesco siede davanti mentre io vado dietro con Leo. La macchina è in condizioni strane, all'interno sembra un ufficio statale con documenti impilati sulla scrivania e scatole a terra. E' l'auto di un agente di commercio rappresentante di vini, sposta qua sposta là, siamo pronti per partire.
Dopo due ore di viaggio arriviamo in montagna e parcheggiamo la macchina a 300 mt. dalla mia casa a causa della neve, qui lo spazzaneve non passa perché è una strada sterrata e stretta, si deve passare anche un ruscello. Con tutta questa neve vedere Francesco tutto infighettato muoversi camminando sulle nostre orme lasciate prima è stata una scena fantastica. Abbiamo dovuto scavalcare anche il cancello, che per la tanta neve non si apriva, sembrava una esercitazione militare. Dopo aver scaricato le borse e acceso i termoconvettori abbiamo fatto ritorno alla macchina. Pensavamo di perdere Francesco per assiderazione ai piedi. Leo mentre attraversava il torrente, essendo un cane di taglia piccola, per la forte corrente c'è mancato poco che se lo portasse via. Dopo tutte queste peripezie, ci avviciniamo ad una delle nostre mete preferite: il ristorante.
E allora grazie Jean Paul, siamo venuti a trovarti nel tuo locale “La Taverna” a Sestola.
Prego ragazzi accomodatevi, il tavolo è pronto lì vicino alla vetrata. Prendiamo posto mentre lui ci raggiunge con una lavagna a piedistallo abbastanza grande come menù.
Francesco, nonostante i caratteri grandi, fa fatica a leggere, tipico delle persone anziane.
Jean Paul ci guarda e dice: Se vi fidate di me fuori menù ho cose fantastiche. Se ci fidiamo! Tu sei una garanzia, ci affidiamo a te e che la festa cominci.
Monte Rosa “Cabochon”, accompagnato da un piatto circolare contenente petto d'oca e lardo di colonnata tempestato di tartufo bianco marchigiano “meraviglios”.
Francesco ha sempre freddo ai piedi, ogni tanto si alza e cammina avanti e indietro per la sala, ma i piedi non ne vogliono sapere. “Bevi un po' di vino che ti riscalda”, gli dico io e tra una chiacchera e l'altra Jean Paul arriva con il primo piatto: Tortelloni di ricotta con tartufo. Ci fidiamo, vai Jean, ma cosa abbiniamo adesso che il cabochon sta finendo, rosso o bianco?
Basta che sia strampalato, allora mi ricordo che tanto tempo fa, mi dette una bottiglia di Poligny Montrachet fantastico Jean Claude Beisset l'azienda. Allora lui mi fa notare che ha un Pomard della stessa casa e un Poligny del 2005.
“Cosa mangiate dopo?”
“Non sappiamo fai tu”
“Se continuate con il tartufo un rosso sarebbe meglio, altrimenti questo bianco è sempre egregio”
“Ok vai con il Poligny Montrachet”
Sentiamo il profumo del tartufo precedere Jean, che con passo professionale ci deposita sul tavolo i tre piatti di tortelloni di tartufo marchigiano. Profumo invitante e persistente in bocca, un'eleganza da fare invidia ad una sfilata blasonata di alta moda.
Assaporando un tartufo d'Alba lo scorso anno, devo dire che questo non è da meno.
“Grazie Signori, sono contento che abbiate avuto fiducia in me, se siete d'accordo, io passerei alle taglioline in brodo di cappone”
Ok è la nostra risposta.
Dopo diverse chiacchere sempre a proposito di vino, Jean ci fa vedere alcune bottiglie francesi di rosso della sua cantina, che devo dire avendola già visitata, straordinaria con nomi importanti. Il bello di Jean è che quando un cliente gli chiede una bottiglia di vino, riesce sempre a soddisfare qualsiasi tipo di richiesta, è un grande.
Passiamo al secondo, che i due compagni d'avventura seduti al mio tavolo sembrano dare sentori di pienezza visto i piatti ricchi e abbondanti.
Ma quando il nostro oratore gastronomico pronuncia la frase, come in un atto di una grande commedia teatrale: “Signore e Signori, dal più profondo del cuore, spezzatino di vitello, su letto di sedano con purea di sedano e patate, per finire in bellezza questo atto, credete in me o se preferite passiamo ai dolci.
Siccome sono di facile corruzione gastronomica, guardo in faccia Francesco e Gibbo, i loro sguardi sono indecisi, poi come i giocatori di rugby New Zeland: “Dobbiamo farcela, sento qualcosa dentro”.
Jean, che non vuole forzare il cliente, dice la frase fatidica: “Faccio solo un assaggio, che ne dite?”
Con il grido degli All Black confermiamo la meta.
Straordinario non rende giustizia a questa portata. Jean Paul dopo aver vinto ai punti, non contento, ha realizzato anche il calcio finale, concludiamo con un Rhum che gli hanno portato suoi parenti francesi, molto intenso un vero Rhum di carattere non lo conoscevo, veramente imponente. Poi si è presentato con un Caroni …1985 dai sapori molteplici ed una morbidezza straordinaria.
Ci salutiamo felici dopo aver trascorso tre ore fantastiche, fra cultura, allegria e degustazione enogastronomia, ma la cosa più importante resta la nostra amicizia, che come un vino dei migliori Chateau francesi, invecchiando raggiunge la sua massima espresione. Ci accompagna sempre affinandosi sempre più.
Grazie Jean Paul per questo regalo.
P.S. Ragazzi il caffè non l'abbiamo preso, ok tappa Fanano, caffè con panna e cacao per me, e per il fighetto over 50 mentre per Gibbo caffè normale.
Il freddo non ci lascia un attimo, saliamo sulla macchina per il ritorno e notiamo una cosa strana, la spia della riserva è accesa.
Non preoccupatevi dice Gibbo, arriviamo fino a casa, io gli ricordo che ci sono 130 km. No problem ci risponde, ma con la paura di rimanere a piedi, ogni tanto io e Francesco gli ricordiamo la nostra preoccupazione. “Fidatevi”, ci rassicura, “ho scelto questa macchina anche per questo”.
All'arrivo ci congeda con questa frase: “tengo cuore italiano non solo per la pasta”.
Imperdibile!!!
[Reginalulu]
09/02/2011
Bellissima recensione, ma manca il prezzo
La metto in attesa solo finchè non lo integri.
Grazie