Giovedì, nevica che Dio la manda, ma bisogna andare. a Brisighella ci attende una deliziosa porcella di 304 chili delicatamente sistemata nel locale macello. E nevica. Il povero benandante si sente come il "gran capo pioggia in faccia" dell'amato Jacovitti, quello che aveva sempre sulla testa una nuvoletta di pioggia, e se si arrabbiava pure i fulmini.
Caricata la porcella occorre andare subito al salumificio a Meldola, dove alcuni baldi giovani si prenderanno cura di due bambinelli di 30 kg 30, i prosciutti, con sale e massaggi tailandesi sino alla maggiore età di tre anni. e nevica.
A questo punto il pan ci manca, lo stomaco borbotta, e non sappiamo dove andare a ristorarci, ci viene voglia di pesce e da Forlimpopoli a Cesenatico il passo è breve.
Parcheggiamo nella piazzetta del centro, ed andiamo di corsa al ristorante San Marco, caro al poeta e scrittore locale Marino Moretti.
Ambiente antico, profumi intensi di pesce e di griglia, poca gente, tavoli grandi, servizi igienici pulitissimi, camerieri veloci ed affabili.
Ordiniamo un antipasto in due, un risotto ai frutti di mare in due, due fritti misti, una bottiglia di acqua non gasata.
Misera ordinazione, direte, ma non siamo a dieta, leggete e capirete.
Arriva l'altipasto in cinque minuti, è composto da una cappasanta enorme gratinata e ripiena, una diecina di cozze pure gratinate, alcuni gamberoni cotti a vapore, anelli di calamaretto all'aneto fresco, un trancio enorme di salmone marinato, una grossa sarda marinata ed affumicata, alcuni crostacei cotti ed aperti, una terrina di cozze alla marinara. basta ed avanza per due, assieme a due scodelline, una di salsa verde autoprodotta con un tocco di zenzero, ed una di maionese commerciale.
Cambiati i piatti, arriva il risotto, anche qui prendi due paghi uno, nel senso che in due facciamo fatica a finirlo. Il risotto è buono, ma troppo salato, ed il riso, un flora parboiled dal tipico odore, non è tutto ben cotto e pare si tratti di due cotture mescolate, alcuni chicchi crocchiano sotto ai denti. Un cappello si perde per strada.
Finito il risotto per sfinimento, si passa alle fritture, un piattone enorme con gamberoni sgusciati, acquadelle e cefaletti freschi, anelli di calamaro e tenerissimi calamaretti. Sono due porzioni ma bastano per tre. Lo finiamo senza pane per non lasciare lì tutto quel ben di Dio.... Il fritto è poco salato, ben cotto e non grasso, non si sente nemmeno il tipico odore dell'olio di palma frazionato che alcuni ristoranti purtroppo utilizzano per la frittura.
A concludere il pasto un caffè ed un the per la moglie ormai prossima al collasso ittiogastronomico.
Recita il foglietto rosa consegnatoci per il pagamento: Coperto euro 2,60; acqua 1,80; antipasto di pesce euro 10; risotto di pesce euro 7,50; due fritti euro 22,cioè 11 l'uno; caffè e the euro 2,60; totale euro 46,50. Torneremo per assaggiare i tagliolini rossi al posto del risotto che ci ha parzialmente deluso.
Avviso ai naviganti: se ci andate occhio alle ordinazioni, perchè qui le quantità sono da osteria di una volta e non quelle pesate col bilancino da farmacista di altri locali sulla piazza.
Saluti ed alla prossima zingarata maltempo permettendo!
Consigliato!
[joy]
04/03/2011
Direi giusta valutazione del pasto, comunque interessante