Ieri sera, in quattro amici, proviamo questo locale, da molte recensioni decantato per la buona cucina del territorio, e, dopo congrua prenotazione, ci presentiamo verso le 20.30: grande spazio di parcheggio in un piazzale prima del giardino, la casa in cui si trova il locale presenta una entrata piuttosto spaziosa con piccole colonne ( direi ricavata dalla stalla della precedente casa colonica) ora adibita a mostra di pittura, poi a seguire una grande sala molto ben ristrutturata ed arredata con una quindicina di tavoli di varie dimensioni, ben apparecchiati con tovagliato rosa tenue, quasi bianco, con una bella vetrata (credo apribile) che dà sulla piscina nel giardino retrostante: molto scenografico ed elegante. Il cameriere, in divisa, ci accoglie e ci indica il tavolo riservato: rettangolare e piuttosto spazioso, poi ci lascia i menu e un piattino con quattro panini tiepidi (gustosi, per cui di vita brevissima), e, dopo qualche minuto ci prende l’ordine: un tortello di patate in salsa di zafferano, un tortellone di ricotta e spinaci Vecchia Modena (che io però chiedo senza aceto balsamico) e due tagliate (di manzo) all’olio profumato con contorno di patate arrosto; da bere acqua gasata e non (non vera minerale ma soltanto depurata) e una bottiglia di pignoletto (dell’Emilia, proveniente da Anzola, se ben ricordo dell’azienda Bassi, ma anche se di pianura piuttosto buono). Il locale intanto si anima, ma non tutti i tavoli saranno occupati, anzi, ne rimarranno, e in più tre o quattro tondi, di grandi dimensioni, forse per 10 persone l’uno, che non sono neppure stati apparecchiati. Dopo un quarto d’ora ci servono i tortelli di patate, poi subito le due tagliate e dopo cinque minuti i tortelloni: discreti (ma nulla di eccezionale) i tortelli di patate, con ripieno poco sapido: solo patate, e con una salsina gialla non saporitissima, e i Vecchia Modena con ripieno di ricotta ma poca verdura, conditi con un sughetto a base di pancetta. Le tagliate di carne discrete ma purtroppo arrivate solo tiepide (forse una lunga sosta in cucina) e le patate con deciso sapore di “verde”. Ordiniamo poi (per curiosità soprattutto) una salsiccia in camicia con ancora patate e un piattino di verdure alla griglia: la salsiccia in camicia consiste in un paio di fettine di pane su cui è stata spalmata la polpa di un una piccola salsiccia e poi passate sulla griglia, delle patate si è già detto, e i due pomodori alla griglia, poco cotti, molto pane grattato con poco condimento, e due pezzi di radicchio completavano l’altro piatto. Entrambi forse solo sufficienti. Prendiamo ancora una coppa di gelato (solo di crema: non c’è altro) e un nocino della casa, un po’ liquido ma di buon sapore, e verso le 22.30 andiamo a chiedere il conto: 90 euro in totale. Servizio curato ma non molto preciso nei tempi, bella location e cucina a mio parere un po’ da migliorare: per questa sera due cappelli.
Buono
[cibus]
08/05/2011