Doveva essere una giornata di festa per noi, invece alla vigilia c’è stato il funerale di una zia a noi molto vicina e alla mattina il terremoto...
... niente... così è la vita...
E’ la trentacinquesima volta che ricordiamo questo giorno con una cena, però stavolta non c’è molto da festeggiare.
Abbiamo scelto una delle migliori e più rinomate trattorie del centro storico di Verona, almeno così ci era sempre stata dipinta da nostri amici che l’avevano frequentata, tanto da suggerirne la frequentazione, a nostra volta e con successo, ad altri amici.
Stavolta tocca a noi, per le nozze che stanno tra l'argento e l'oro.
Ci scopriamo vecchissimi!
Il locale è in un strettissimo vicoletto a trecento metri da Piazza Erbe e dall’Arena. Si presenta molto bene, con un arredo di gusto, ricercato e di difficile illustrazione, a metà tra il rustico e il classico.
Poche coppiette sedute ai tavoli, posto tranquillissimo e camerieri disponibili e gentili.
Bagni belli e puliti.
La Marta sceglie un antipasto a base di porcini freschi, scaglie di grana e rucola. Piatto abbondante, presentazione normale, buona qualità. Io prendo fiore di zucchina ripiene di ricotta, taleggio e timo, guarnite con pomodorini cirietti e pesto fresco. Sono squisite, presentazione migliore dal punto di vista estetico.
Da bere ci facciamo portare un’acqua gasata, un calice di chardonnay per mia moglie e un quarto di Valpolicella Classico delle Terre di Leone (di Marano di Valpolicella) per me. I vini sono buoni, senza eccellere, e ci vengono scaraffati lì davanti a noi direttamente dalle bottiglie, la mia aperta appositamente.
Il pane non è particolarmete significativo, sono fette tagliate di una specie di pan toscano.
Il menu è abbastanza ristretto: si tratta per lo più di piatti tipici veronesi, normali, non rivisitati; almeno così non ci sembra dalla descrizione, e così non è per i piatti che ordiniamo.
Tagliatelle con i finferli per la Marta, tagliatelle con gli asparagi per me. Piatti abbondantissimi, tagliatelle che sembrerebbero fatte in casa, cotte alla perfezione, con funghi abbondantissimi e freschi, e asparagi ugualmente freschi ed in quantità notevoli. Due ottimi piatti, che esauriscono velocemente la nostra poca predisposizione al mangiare della sera.
Ci lasciamo tentare dal dolce: una torta al limone per la Marta e una torta alla meringa e cioccolato per me. Della mia ne mangio solo la metà, perché poi è stata colpita da un moschino, che mia moglie ha pensato bene di schiacciare (nel piatto) con una mossa più che felina... direi... quasi da falco. Ho fatto portar via la torta senza poter dir nulla al cameriere, perché il moschino, bello grasso, era diventato un tutt’uno con la cioccolata. Ma lui dev’essersene accorto, perché poi nel conto ci hanno fatto pagare solo un dolce. Bravi.
Abbiamo pagato 61,50 euro in due. I prezzi sono tendenti al caretto. La cena è stata ottima, tranne l’inconveniente del moschino (che non dipende dal ristorante), anche se manca, a questo posto, quel lampo di alta qualità, come presentazione, come elaborazione dei cibi e come caratteristica del locale, che lo porterebbe ai massimi livelli, secondo il mio modo di vedere.
A letto, mi batte forte il cuore e non riesco a dormire. Non capisco se è il cuore, quando son disteso di pancia, a far sommuovere in su e in giù il materasso, oppure se è il materasso che a tratti sballonzola autonomamente. Sono mesi ormai, da ottobre qui nel veronese, che si sta sempre con le antenne dritte... per una storia che sembra non finisca più... e finora ci è andata anche bene...
Consigliatissimo!!
[golosona]
30/05/2012