Mi guardo un po’ indietro e oggi sono tre anni esatti che partecipo a GustaModena… 309 recensioni… mediamente una ogni tre giorni e mezzo, quasi na paranoia… ma no!… ma sì! … ma boh… alcune ricette, tanti post, tanti commenti… qualcuno sensato, qualcuno demenziale … alcune iniziative solidali, pranzi, cene, probabilmente l’avvio alla recensione delle cantine… qualche amicizia, più o meno profonda, instaurata.
Che dire? Per me bilancio positivo. Qui su GustaModena ho conosciuto gente nuova… si scambiano idee… qualche incomprensione con qualcuno a volte c’è stata ma è normale che possa succedere, si confrontano culture ed educazioni diverse, modi di porsi diversi di fronte alle diverse situazioni, cresce il desiderio e la possibilità di mangiar bene, cresce la conoscenza di tradizioni che prima non si conoscevano… e si mantiene vivo anche il senso di aiutare chi non riesce a mangiare o non riesce a farlo di gusto per una serie di problemi.
Tante cose sono successe in questo periodo… alcune me le ricordo… all’inizio c’è stato il terremoto ad Haiti (e la cena alla Cervetta per raccogliere fondi che mi ha fatto avvicinare molto a GustaModena…)… il vulcano islandese ha sparso ceneri per i cieli d’Europa… mio figlio più piccolo ha fatto la maturità… una marea nera ha invaso il Golfo del Messico… molti minatori sono rimasti imprigionati per giorni sotto terra in Cile e poi liberati… è iniziata una crisi economica senza precedenti qui da noi…
Oggi è il compleanno di mia moglie. A cena abbiamo a casa tutti e tre i figli. A pranzo andiamo in questo locale che scopro per la prima volta, a poca distanza da casa. Ed è un’altra gran scoperta. Siamo in mezzo ai campi di là dell’Adige, la contrada Colombara ha una dozzina di case, un po’ vecchie e un po’ nuove. Sole accecante e 14 gradi all’ombra, ce ne saranno più di 20 al sole, si sta bene in maglione.
Si chiama “Trattoria da Guido”, ma in realtà è un ristorante nel senso più raffinato del termine. Realizzato in un capannone adiacente una casa d’abitazione, da fuori non promette niente di particolare (tanto che mia moglie vorrebbe subito ritornare in qualche altro posto già testato positivamente), ma insisto... e dentro scopriamo che è veramente bellissimo.
Uno stanzone enorme, larghissimo, con travoni rettangolari di legno castano chiaro, e particolari mensoloni, sempre di legno, per sostenere le travi nei punti dove c’è il camino (acceso, con le griglie pronte per la fiorentina, che qui mi dicono eccellente) e dove non c’è muro portante. Poi c’è un’altra stanza meno grande, ci saranno in tutto un’ottantina di coperti, distribuiti benissimo in tavoli molto larghi, alcuni tondi, come il nostro, dove ci potevano mangiare almeno sei persone comode, ma ci sediamo noi soli, belli tranquilli.
Arredo ricercato, tovaglie raffinatissime bianco perla, come pure i copri sedia, raccolti sullo schienale da una grossa cappola nocciola, lo stesso colore delle sottotovaglie. Piatti con contorno dorato… va beh, mi fermo… molto lusso e molto buon gusto. Bagni molto belli.
… poi… parlo con la Marta… c’è stata la cosiddetta primavera araba e mia figlia più grande era là… però non ha investito l’Africa intera, dove si muore sempre di fame… Bin Laden viene ucciso e così pure Gheddafi… lo tsunami in Giappone ha provocato la fuoriuscita di radioattività dalla centrale nucleare… c’è stata l’alluvione nel veronese (e cena dal Mongi per raccogliere fondi…)… finisce il duopolio Berlusconi-Bossi… non mi faccio mancare un’operazione, sembra ieri, è passato un anno e mezzo… perdiamo una alla volta le nostre ultime zie…
Intanto scegliamo il bianco. Ci vengono proposti custoza, lugana o Durello spumante. Proviamo quest’ultimo, che ci viene aperto lì sul tavolo. Arriva da Roncà, la patria del Durello dell’est veronese, rifermentato in bottiglia e realizzato col metodo classico. La signora proprietaria e cameriera, molto gentile e professionale, ce lo fa assaggiare: la Marta trova che sia un po’ troppo amabile e ha ragione. Visto che il Custoza lo beviamo spesso, optiamo allora per due calici di Lugana DOC Bulgarini, belli abbondanti. Solo leggermente fruttato, ma salinato in bocca e appena appena mosso, quanto basta per farmelo apprezzare al massimo; avrà fatto un 12 gradi e mezzo. Super. Assieme, ci viene portata anche una bottiglia di acqua gasata. Sul tavolo, nel cestino del pane, ci sono dei crostini fatti col pane alla brace, olio e origano, molto buoni, poi dei grissinoni particolari altrettanto gustosi, e infine delle fette di pane che mi pareva fatto in casa.
… e poi e poi… si rovescia la Concordia… la figlia mezzana trova un buon lavoro, dopo che aveva appena perso il precedente, e sembra un miracolo in questo periodo… quella più grande finisce a Baghdad… c’è stato il terremoto in Emilia (e pranzo alla Cervetta per raccogliere fondi…)… Obama viene rieletto… continuano le stragi con le armi negli USA… continuano i salassi propinatici dal prof. Monti… continuano le ignobili ruberie di molti politici italiani… Malala viene quasi uccisa dai talebani…
Stranamente, tra una chiacchiera e l'altra, ordiniamo entrambi la stessa roba: ravioli di zucca con burro e ricotta affumicata, bacalà co la polentina molla. I ravioli sono stratosferici, delicatissimi, fatti a mano da Guido, il giovane figlio della signora che ha finito da poco l’alberghiero e che intravediamo un attimo uscire dalla cucina vestito da cuoco di tutto punto (il locale, ci dice la signora, è aperto da cinque anni). Perfetto l’accostamento della ricotta affumicata, perfetta la cottura, piatto né scarso né abbondante. Non ho ricordi che mi sia capitato di mangiare un bacalà così ben mantecato (nemmeno in qualche locale della Confraternita del Bacalà), senza l’ombra di una lisca, anche questo cotto alla perfezione, bollente, piatto stavolta abbondante. Anche la polentina pareva più buona… inondati dal sole che entrava tiepido dalle grandi finestre tendate…
Abbiamo mangiato benissimo, alta cucina in quantità giuste, ma un assaggino del dessert è quasi d’obbligo: torta di cioccolato con farcia d’ arancia. Fetta di dimensioni giuste per un dolce semplicemente divino. Elevata qualità del cioccolato, con un profumo inebriante che ti sollecita le papille gustative, farcito con marmellata d’arance e con scorzette d’arance candite sopra. Sublime.
Usciamo, dopo aver pagato volentierissimo 62 euro, giusto in tempo per sentire mia moglie che dice: “Qui dobbiamo ritornare…”
Imperdibile!!!
[Reginalulu]
28/12/2012