Oggi mi tocca l’”incombenza” di portare fuori a pranzo un avvocato di Milano, splendida e colta persona, con la quale collaboriamo per lavoro. Ogni volta che viene paga lui, ma il ristorante lo scelgo io! E so che gli piace mangiare tipicamente emiliano. Questa volta andiamo in questo ristorante che con lui non abbiamo ancora provato. Io conosco invece il patron Davide e l’impegno che mette nel suo locale e so che farò bella figura.
Nel locale c’è l’aria condizionata un po’ troppo alta e dovremmo metterci sulle spalle un golfino. Scegliamo un tavolo vista giardino, nel quale troneggia un enorme e ben pasciuto gatto (può un gatto di un ristorante essere a dieta?). L’apparecchiatura vuole essere abbastanza elegante ma cade su dei bei piatti rettangolari, per i nostri primi, dagli angoli sbeccati. Nel complesso però è curato, le toilette, che condivide con l’albergo, sono pulitissime e si sta bene.
Ci viene portato il menù ma non l’apriamo neanche, ci facciamo consigliare dal proprietario e saputo che c’è un piatto del giorno intrigante e sono arrivati dei bei porcini optiamo entrambi per: caramelle di pasta fatta in casa con ripieno di patate di Montese e salama da sugo ferrarese in contrasto di crema alla zucca e aceto balsamico tradizionale di Modena, per secondo porcini trifolati e gnocco e tigelle con prosciutto crudo e a finire torta tenerina di cioccolato con composta di rose.
Le caramelle hanno la pasta veramente buona, ruvida, un po’ spessa, cottura al dente, il ripieno sa molto di purè e poco di salama da sugo, a mio parere si poteva osare un pochino di più; la crema di zucca purtroppo non è pervenuta perché le zucche sono arrivate nella notte e non hanno fatto in tempo a prepararla e di questo si scusa il gestore. Peccato perché l’intento era proprio quello che creare un contrasto che così si è percepito solo a metà (nota del ristoratore: queste caramelle vogliono essere un omaggio alla cucina estense che da Ferrara giunge a Modena, e riunire varie specialità locali).
I funghi sono saltati solo con un po’ di aglio, tenuti leggermente al dente e serviti con olio, sale e pepe di mulinello. Porzione abbondantissima e molto buona.
Gnocco e tigelle: gnocco buono, anche se io lo preferisco un po’ meno croccante, tigelle un po’ durette (non le mie preferite) e alcune troppo cotte (segni anneriti qua e là); ottimo il prosciutto che le accompagnava, dolce, morbido e grasso al punto giusto.
Sul dolce eravamo stati attratti dalla composta di rose: somiglia un po’ ad una gelatina ed è profumatissima, va dosata in piccole quantità sul dolce perché rischia di sovrastarlo, ma insieme stanno che è una meraviglia; purtroppo la torta (2 mega fette per porzione) è fredda di frigorifero.
Da bere una di naturale e un lambrusco grasparossa della cantina Ghibellini di Castelvetro, buono ma servito troppo freddo, migliorerà nel corso del pranzo al punto che la bottiglia è stata vuotata! E io non ho bevuto tanto… Due caffè e il conto di 65 euro.
Alcune sbavature sono state presenti ma basta poco per raggiungere l’eccellenza; 4 cappelli di incoraggiamento e non ci pensiamo più.
PS le caramelle con le patate di Montese e la salama da sugo verranno riproposti anche nei menù dei Piatti della Bilancia che inizieranno il 1 di ottobre. Sul sito del Museo della Bilancia trovate tutti i menù dei ristoranti del circuito.
Consigliatissimo!!
[joy]
22/09/2014