Recensione breve (per i miei standard) per un breve pasto, ma il locale mi sembra da segnalare.
Martedì dopo Pasqua, stiamo visitando Ancona in giornata, per la sera abbiamo già la prenotazione da Uliassi, quindi vogliamo tenerci leggeri, d'altra parte abbiamo già macinato parecchi chilometri sbagliando clamorosamente strada per arrivare in centro dalla stazione, e in più si sta mettendo a piovere, quindi un panino all'aperto non è l'ideale; ecco allora che su indicazione delle guide Slow Food e Gambero Rosso sbirciate in una Feltrinelli individuiamo questo ristorante. La via è bruttina anche se molto centrale, la vetrina poco attraente, ma già dalla carta appesa fuori le cose si annunciano interessanti; entriamo e specifichiamo che non intendiamo fare un pasto completo, quello che apparentemente è il gestore (e anche l'unico cameriere, almeno per quel pasto) ci dice tranquillamente che non c'è problema e di sceglierci un tavolo. Nella piccola sala i tavoli sono fittissimi, quasi attaccati uno all'altro, ma non c'è ancora nessuno e anche dopo si riempiranno solo altri tre tavoli, per altro il martedì a mezzogiorno non è proprio un giorno di punta, l'ambiente è comunque gradevole; il coperto di tre euro a persona è piuttosto caro, ma c'è un buon cestino del pane che prevede anche tozzi grissini all'olio (i Bibanesi, per chi li conosce) e una ottima pizza pasquale al formaggio, una sorta di pane-focaccia quasi sicuramente fatto da loro. Esaminando la carta e chiedendo informazioni veniamo a sapere che tutti gli antipasti proposti sono riassunti nei due piatti di antipasti freddi e caldi, e decidiamo di prenderne uno per tipo, assieme a una bottiglia di acqua, un solo calice di Rosso Piceno Superiore (che mi verrà cambiato perché mi sembra sappia molto leggermente di tappo… sono sempre un po' esitante quando si tratta di vini che non conosco bene, perché potrei scambiare per lieve difetto una caratteristica del vitigno, però il secondo, stessa tipologia ma azienda diversa, si rivela migliore) e un caffè. Gli antipasti freddi comprendono: una bresaola artigianale, coppa di testa, lardo e del gigot d'agnello su rucola; i caldi invece coratella con scamorza su radicchio rosso, frittini composti da olive all'ascolana, cremini, funghi e zucchine, filetto di oca su barba dei frati e uno sformatino di patate con lardo. Tutto decisamente ottimo, e in buona quantità, considerato che si tratta di porzioni per una persona. Agli altri tavoli, tutti occupati da clienti affezionati, vediamo arrivare dei rigatoni dall'apparenza succulenta e della tagliata che la carta assicura di vera Chianina garantita, sempre in carta compaiono molti piatti col tartufo nero, cinghiale alloro e ginepro e altre cose invitanti. Il conto finale è di 36 euro, spesi volentieri. Mi limito a tre cappelli per prudenza, non avendo provato molto della loro cucina, ma il ristorante è decisamente “consigliato” per mangiare ad Ancona, non troppo lontana e collegata a Modena con tanti treni al giorno. Io vorrei decisamente tornarci, questa volta con una gran voglia di mangiare, e confido che allora gli darei almeno quattro cappelli.
Consigliato!
[corpicino]
29/03/2008