Ciao a tutti! Rieccomi qua dopo aver trascorso cinque giorni splendidi in Valle d'Aosta con la mia compagna Antonella. Sole caldo e cielo terso hanno accompagnato le nostre scorribande diurne qua e là per la valle e un gruppetto di persone vivaci e simpaticissime ha allietato in modo unico le nostre serate goderecce.
Niente hotel. Siamo stati ospitati da un nostro carissimo nonchè carinissimo amico di vecchia data, Gianluca, che da un anno si è trasferito ad Aosta dove lavora come direttore del CERVIM, un centro di ricerca che valorizza e tutela la viticoltura di montagna, cioè si occupa delle zone di produzione italiane ed estere caratterizzate da terreni con una pendenza minima del 30% di cui la Valle d'Aosta è uno degli esempi più evidenti.
Non siamo nuovi noi in valle, sarà la quarta volta che ci torniamo, ma naturalmente da quando c'è Gianluca residente fisso la nostra conoscenza di vini e produttori della zona si è intensificata così come di trattorie, pasticcerie, caseifici, forni, ecc. Per di più adesso condividiamo alcune delle amicizie tra i locali ( il "gruppetto" che ho accennato sopra) che oltre a 3 o 4 dei migliori produttori, come le dolci Elena e Eleonora della magnifica cantina "Les Cretes" di Aymavilles e Didier Gerbelle giovane e talentuoso titolare della cantina che porta il suo nome sempre di Aymavilles, comprende anche una coppia deliziosa e coinvolgente di degustatori dilettanti ma appassionati, Claudio e Federica. Ed è proprio con questa coppia che giovedì scorso passiamo la nostra ultima serata valdostana in questo magnifico ristorante che precisamente si trova lungo la statale che sale verso nord al Gran San Bernardo a circa 20 km circa da Aosta. E' una casa isolata sulla sinistra ma è proprio sulla strada. Premetto che io e Antonella c'eravamo già stati 15 anni prima; quindi dal momento che la gestione è rimasta la stessa, il giudizio finale è semplicemente una conferma di qualità altissima espressa nell'arco di anni con la sensazione che siano cresciuti ulteriormente.
Appena entrati l'ambiente è quello che ricordavamo: intimo, raffinato, accogliente e rustico, con i muri pietra-a-vista. Una porta subito a destra oltre la reception conduce nella sala dove si mangia e che ha la volta a botte. Ci saranno 12 o 13 tavoli in tutto per lo più rotondi e sopra ad ogni tavolo pende dal soffitto una piccola lampada sospesa a circa 50 cm di altezza in modo da gettare il suo cono di luce solo sul tavolo. Il risultato è certamente pratico ma la luce soffusa che domina nella sala crea anche un'atmosfera veramente rilassante che predispone l'avventore nel migliore dei modi.
La Clusaz ha 3 menù degustazione: di stagione, alle erbette e tradizionale e in più si può scegliere alla carta. Capitandoci la prima volta è consigliabile scegliere uno dei 3 menù, assolutamente! Noi abbiamo scelto quello di stagione. Le danze si aprono con uno stuzzichino di ricotta e verdure tagliate fini molto sfizioso accompagnato da un flute di Blanc Fripon metodo charmat della Cave de Morgex come aperitivo. Con il mio entusiasmo ne mangerei 18 ma cerco di contenermi. Segue un primo antipasto fisso che è salmone affumicato con terrina di agrumi e salsa alla panna acida. Mi lascia senza parole. E'sorprendente l'unione contrastante tra il sapore dolce e brusco dell'arancia con l'affumicato e la panna.
Il secondo antipasto è a scelta su due proposti. Io ho preso una messata di carne di manzo con cialde di polenta e insalatina. La messata assomiglia vagamente al carpaccio ma le fette sono più piccole, ovali e tagliate leggermente più spesse e la carne è più morbida e sostanziosa. Vengono servite impilate con delle fettine di polenta in mezzo e l'insalatina a coprire sopra. Anche qui abbiamo polenta e insalata insieme ma alla fine tutto si armonizza a meraviglia in bocca. La mia compagna invece ha preso l'altro antipasto che era polipo con cubettini di patate condito con un olio squisito. Meglio non rinunciarvi. Con questi antipasti abbiamo bevuto uno strepitoso pinot grigio 2007 di Marco Martin, produttore di Introd.
Il primo è a scelta su tre proposti. Io mi sono buttato senza indugio su dei tagliolini di pasta fresca con uovo pochè e riccioli di toma. Praticamente l'uovo è cotto in modo che il tuorlo dentro rimanga liquido, per cui prima di mangiare si deve rompere l'uovo e mescolarlo con i tagliolini e la toma. E' fantastico. La mia compagna ha preso dei ravioli di patate e basilico con verdure croccanti. Anche questi gustosissimi. Il vino che abbiamo abbinato ai primi è un coteau barrage 2007 sempre di Marco Martin. Si tratta di syrah e fumin. Di seguito abbiamo fatto aprire un torrette superioeur dei Feudi San Maurizio 2007 di Michel Vallet di Sarre e che ha fatto compagnia ad un sontuoso secondo, a scelta su quattro proposte: una tagliata di bisonte cotta al giusto rosa con patate cubetto.
Sospendo un attimo con la descrizione dei piatti per sottolineare il perfetto tempismo del servizio. La successione delle portate è stata cadenzata in modo giusto, naturale, in armonia anche con il nostro chiaccherare nel corso della cena.
I dolci sono stati una poesia. Io ho scelto dei lamponi di Etroubles con crema ganache di cioccolato su cialda. L'Antonella ha goduto invece di un dolce ai tre cioccolati che è una composizione di tre strati di cioccolato bianco, dolce e amaro tenuti dritti e separati da due cialde di biscotto dacquoise fatto con farina di mandorle e bianco d'uovo. Sopra a coprire un sorbetto ai frutti della passione e come decorazione sul piatto un reticolo di cioccolato extra amaro fuso e lamponi. Con i dolci abbiamo fatto stappare un Vin de Grains Nobles 2002 di Rouvinez, una perla di passito della produzione elvetica. La zona è quella di Martigny.
Infine è arrivata la piccola pasticceria con i caffè.
Adesso però provo un po' di vergogna nello svelarvi quanto abbiamo speso perché è una cifra ridicola: 42 euro a testa! Ma c'è il trucco, l'oste Maurizio ci ha offerto tutti i vini per contraccambiare a un favore ricevuto dal nostro amico Gianluca...é stato un vero Signore!
Imperdibile!!!
[mizoguccini]
11/08/2009
Complimenti per il pasto, in questo ristorante non sono mai stato ma so che è considerato tra i migliori della regione.
I tagliolini, infatti, dalla loro descrizione mi danno l'idea un ottimo esempio di una cucina al tempo stesso un po' innovativa e radicata al territorio.