E' in una casa isolata, anni settanta, ma rustica, col muro bianco “sbròfolo”, che mantiene un po' d'antico. Anche questa l'avevamo trovata guardando prima su Internet.
Non so perché... forse per le perplessità procurate dal pranzo... avevo una certa apprensione.
Il mio stato d'animo peggiora quando vedo alcuni dettagli: la scritta Tre Noghère, sulla facciata dell'ingresso, in caratteri gotici di plastica rossa, dal tempo e dal sole sbiadita in rosetta, tendente al biancastro, la tenda dell'ingresso consumata, scolorita e strappata. Nessuna macchina al parcheggio... brutto segno, penso dentro di me e borbotto sottovoce.
Ma dài, mi dice la Marta, guarda che bei fiori tutt'attorno...
Sì... in effetti è vero... l'ingresso e la veranda che dà sull'esterno sono avvolti dai fiori e la casa è immersa nelle vigne di Bigolino, l'ultima frazione a sud di Valdobbiadene.
Avevamo staccato col vino nel secondo pomeriggio, perché eccedere non va bene.
Alcuni km. di una strada di curve, tra montagna a sinistra e vigne a destra... poi ci siamo fermati e una mezzora l'abbiamo passata a visitare l'Abbazia benedettina di Follina, un complesso bellissimo, con una lunga loggia ad archi di pietra, che attrae il viandante e che a me ha ricordato molto certi edifici veneziani del 1300.
Dettagli curati, angoli particolari, splendido chiostro, silenzio e raccoglimento.
E un ringraziamento.
Non so perché, ma ogni tanto mi viene così. E non so neanche a chi di preciso. Al trascendente onnisciente? Alla fortuna? A mia mamma e a mio papà? Ai miei figli, che spesso mi rendono contento e ci mettono sempre del loro? Agli extraterrestri, che vigilano su di noi? A mia moglie, che a volte mi segue, a volte mi anticipa, a volte mi contrasta?
Il pavimento della trattoria è crepato in qualche punto, quasi meglio quello dell'abbazia… Internamente l'ambiente non è male, anche se sa un po' di vecchio, serramenti scoloriti e un po' consumati. Mmmmmhhh... mi si stringe il cuore e mi si blocca lo stomaco.
Bagni un po' rinnovati, e puliti. Un filo già meglio.
La cameriera è la proprietaria del locale, suo figlio il cuoco, il padre, da quel che ho capito, il cuoco precedente. La signora si è mostrata subito cortese e ben disposta, rispondendo al fuoco di fila delle mie domande ansiose... e questo cos'è e in quell'altro cosa c'è...
Da bere ordiniamo una bottiglia di Prosecco DOC di Valdobbiadene (vecchia etichetta) della cantina Col S.Giacomo di Paolo Agostinetto, un “ragazzo”, come ci dice la proprietaria, che ha messo su cantina lì, vicino a loro. La signora è molto gentile, perché di fronte alla poca voglia di vino di mia moglie (che ordina una minerale gasata grande), mi dice di bere pure mezza bottiglia e che poi ce la farà pagare metà. Bella disponibilità.
Sulla tavola, nell'attesa dei primi, la cameriera ci porta una mega mise en bouche, in un piatto enorme con 20-25 gonfietti di sfogliatine, aromatizzati con un velo leggero di sesamo ed altre erbette finissime. Ottimi. Mi allargano e rilassano lo stomaco, assieme ad un prosecco veramente all'altezza, perlage fine e resistente, sapore brut, ma ben scorrevole, vorrei dire asciutto, anca se l'era bagnà...
La Marta mangia delle tagliatelle (fatte in casa) con funghi porcini in un ragù, a suo dire, morbidissimo, di carne di manzo e pomodoro. Parecchie lamelle di grana in un angolo.
Io prendo sempre tagliatelle (che sono fatte in modo veramente divino... sottili... gustose... delicate...), ma con fiore di zucca (la mia passione) e foglioline di basilico, saltate nel burro e nel vino (credo, dal gusto), a formare una leggera besciamella bianca che le avvolge. Attorno, una cornice di briciole di pane arancio fatto con la zucca e, in un angolo, sempre copiose, le lamelle di grana.
Piatti bianchi molti ampi, quello della Marta tutto orizzontale con una specie di profonda ciotola in centro, porzioni abbondanti, guarnizioni artistiche.
Contemporaneamente ai primi, in un vassoietto ovale di ceramica, molto carino, ci vengono portati in tavola due pani grossetti tagliati a fette, chiaramente fatti in casa, uno mi sembrava al latte, l'altro con le noci. Buonissimi. Il mio stomaco si è definitivamente rilassato. Il prosecco me lo gusto, è ottimo, mai dòmo, bello fresco.
Il secondo della Marta è una composizione di quattro mini portate: un fagottino di pasta sfoglia ripieno di taleggio e noci del Montello, una fettazza spessa di soppressa cotta nel vino e servita assieme ad una fetta di polenta alla brace, vol au vent di pasta sfoglia sormontato da funghi porcini, tortino salato tipo quiche, con verdurine varie concassèes e pancetta affumicata. Ho assaggiato tutto, escluso quello con i funghi, e tutto era delizioso.
Il mio secondo invece era costituito da due pezzettoni di faraona “aròsta”, come ci ha detto in dialetto la proprietaria (cioè arrostita) (non la proprietaria, la faraona ), eccellente, tenera, saporita, pelle croccante, carne morbidissima; a lato una guarnizione a zig zag con aceto balsamico stagionato, sesamo ancora e la polvere di un'erba aromatica verde (prezzemolo? cerfoglio?). Assieme alla faraona, un piattino di patate al forno, strabuone.
Belli pieni e soddisfatti, prendiamo un solo dessert in due: tortino caldo con pasta di noci, farcito di crema catalana, servito su un piatto quadrato di vetro color bordeaux, con spolverata di zucchero a velo e “pozzanghera” laterale di crema catalana, disegnata a forma di stella dal cioccolato fondente fuso. Libidine!
Il conto totale è di 56,08 euro. Non posso far a meno di recarmi in cucina a fare personalmente i complimenti al cuoco, con sua mamma lì, che mi ascoltava e gongolava.
I difetti di arredo e di finitura del locale diventano decisamente insignificanti, rispetto ad una cucina di altissima qualità, roba... per i PRIMI IN CLASSIFICA!
(lasciatemi godere, solo per un paio di settimane... )
Imperdibile!!!
[Dasko]
30/08/2010
...e...complimenti ai primi in classifica...sperando ci rimangano a lungo...