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Via Pozze, 7 - Montecchio, Negrar, VR
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Consigliato!
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carolingio

ha visitato il locale il 12/09/2010 carolingio avatar
327 Recensioni scritte dal 21/12/2009 7640 Punti


Non so da che parte cominciare. Se dalla Clotilde che cresce, se dal Chievo da festeggiare, o se da una mia atavica voglia di cotoletta con le patatine, che con il falchèto non riesco quasi mai a concretizzare (l'ultima mi sembra sia stata alla Cervetta in febbraio, dove mi piacerebbe sempre tornare) per via del suo “polistirolo” emoticon alto.
Fattostà che prima di cena viene a trovarmi mia nipote-sorellina-figlia Enrica, con marito e bisnipote Clotilde. Io ho finito di montare letto e di aiutare la Eli a traslocare, sono libero, e le tre ipotesi di cui sopra si incrociano con il loro desiderio di andare a mangiare fuori nel posto che già mi avevano accennato qualche settimana prima.

Il Belvedere non ha scritte all'esterno (se non un micro cartellino metallico da 35 cm. x 20 cm. in fianco alla porta) e non ha cartelli di segnalazione sulla strada. E' un casone bianco-sporco che sorge improvviso nel bosco, costruito approssimativamente alla fine degli anni cinquanta, finestrone enormi col contorno sottilissimo in marmo bianco e tapparellone di legno tutto scrostato e corroso dal tempo. Le due falde a capanna sfalsate di un metro circa, come si usava allora.
“Vabbvividisco”.
Porta d'ingresso rigorosamente in vetro e alluminio anodizzato oro, sempre in “stile” dell'epoca.
Fuori c'è una splendida terrazza con vista sul Lago di Garda: da Peschiera a Desenzano e Salò, passando da Sirmione, sorvolando Lazise e Garda. Siamo sulle colline della Valpolicella, sopra Negrar.
Nonostante la bellezza del sito, la pavimentazione esterna è in abbandono, piena di erbacce. Scope per terra e giocattoli di bambini sparsi in giro, nessuno seduto fuori sulle sedie di plastica bianca. Fa anche freschino, siamo a cinquecento metri di quota.

All'interno ci accoglie un bancone da osteria, con seduto vicino un uomo silenzioso che guarda verso terra, occhi lucidi, naso viola, chiaramente sbattuto dall'alcol.
A fianco, separata da una porta, c'è la sala da pranzo, enorme, rettangolare.
Portate pazienza, ma anche questa è d'epoca e devo descriverla, perché a me sembra di essere entrato in un film tipo “Ritorno al futuro”, saltato indietro di cinquant'anni.
Luce al neon par risparmiàr, non luce-sole ma luce-rosetta, come quele de na �olta, con tre pliques quadrate a soffitto che producono nel complesso un chiarore d'oltretomba. Niente tende, si vedono le tapparellone di legno scrostato anche dall'interno. Tavoli tutti in formica finto legno, con gambe metalliche dipinte di nero, oblique, e bordino di plastica nero sul ripiano del tavolo, qua e là corroso e scavato, come in alcuni vecchi banchi di scuola. Sedie in ugual formica, ma gambe cromate (sempre oblique emoticon ).
Alle pareti non quadri d'autore, ma una vecchia carta intestata con scritto “Bar ristorante Belvedere, vini pregiati della Valpolicella” e un quadretto di Gesù Cristo benedicente col Sacro Cuore in mano che sembra dire: “Non vi preoccupate, adesso guardo io in giù...”
Su di un tavolo e su una carrozzina blu, due scatoloni di cartone piatti con dentro tagliatelle fatte in casa, coperte parzialmente da un panno da cucina bianco. Il pavimento: ovviamente un granigliato bianco e nero, come avevo nella mia casa popolare fatta nel '58.
Solo due “veciòti” in fondo alla sala, stanno mangiando sottovoce e bevendosi di gusto un litrozzo di rosso, dentro il tipico contenitore in vetro da osteria con il collo che si allarga verso l'alto.

La trattoria è a gestione familiare. Ci ricevono sorridenti, dotati di lungo grembiule bianco: el nòno, la nòna, la spòsa, el gènero, unico senza grembiule. Manca la presenza de “la sorèla”, che si rivelerà poi essere quella che lavora nell'ombra, prepara le tagliatelle e non solo.
Compiti (intuiti) del nòno: ogni tanto passare dall'osteria a vedere come sta l'alcolista anonimo, pelare patate (deve averlo imparato facendo il militare emoticon ), tener su il fuoco e seguire la carne alla griglia, pensare al vino (concentrandosi emoticon ).
Compiti dela nòna: tenere in braccio il nipote Amos di nove mesi, pestare col batticarne la cotoletta, far el ragù (perché si sa, el ragù dela nona l'è sempre el più bon emoticon ).
Compiti della spòsa: intrattenere gli ospiti, mettere su le tagliatelle, impanare e friggere la cotoletta, friggere le patate, tenere in braccio Amos quando la nona la bate la carne, ovviare a tutti gli inconvenienti che di solito era la nona che ovviava, ma adesso lei quasi sempre sorride felice con Amos in braccio.
Compiti del gènero: ogni tanto giochicchiare a calcio con Aronne (l'altro figlio di quattro cinque anni) in sala da pranzo (ma nessun disturbo), cercare di intrattenere gli ospiti.
“Che bela butìna... - ci dice il genero Â? come se ciàmela?”
“Clotilde”
“Co... co... tide?... Mai sentìo…”
“Clotilde”
“Strano, mai sentìo Â?n nome così...”
Suo figlio si chiama Amos e l'altro Aronne... emoticon Mi veniva da chiedergli qualcosa, ma era troppo forte, troppo forte e pacioccone, e non avrei mai voluto metterlo in difficoltà.

Bagni nuovissimi e pulitissimi, rimessi a posto in questo nuovo millennio, con un mio respiro di sollievo.

“Che vino c'è?”
“El mio” ci dice el nòno. E poi Custoza e Valpolicella in bottiglia della cantina Montresor.
“Ma, le fàlo lù el vin?”
“Se capisse...”
Come facciamo a non ordinare un mezzo litrozzo di Valpolicella locale fatto dal nòno? Così “esso” arriva, assieme a due litri di minerale gasata.
Tòrbolo, asprigno, quasi acidino, grado scarsetto anche da pasto, il primo sorso mi è rimasto inchiodato a mezza gola.
Imbevibile.
Che dire? Si potrebbe definire, secondo un costume che ultimamente sta andando per la maggiore, consolidato da espressioni di personaggi di una certa statura politica, un vino “di sinistra”, che già, povero vino, parte male del suo, perché è rosso. emoticon emoticon
Troviamo il coraggio (perché non era facile, sono troppo simpatici emoticon ) di far presente che il vino non è di nostro gradimento... meglio farci portare una bottiglia di Valpolicella, che loro chiamano Superiore, ma in realtà era un normalissimo Classico del 2009, cantine Montresor, non tra le migliori della zona, a mio avviso. Ma non è male, anche se, per un 2009, il colore è un po' troppo verso il granata e il gusto tende al barricato. “Superiore” al suo, evidentemente, e ci voleva poco.
Ci pensa la spòsa a cambiarci il vino, con un sorriso.

Le tagliatelle al ragù (di primo ci son solo quelle, anche ai piselli o al pomodoro) arrivano dopo venticinque minuti, il tempo di prenderle dai cartoni sopra la carrozzina, metter su l'acqua, scaldàr el ragù, ciacolàr, gratàr el formàjo, ciacolàr, zugàr coi butìni, butàr la pasta.
Eccezionali, strepitose, squisite, Gesù Cristo l'à vardà in qua emoticon, erano secoli che non mangiavo tagliatelle al ragù così, veramente. Io ho mangiato un piatto diviso con l'Enrica, mentre Simone, suo marito (grossa stazza), ne ha mangiato uno da solo, super abbondante.

La nòna ha finito di battere la cotoletta… bum, bum, bum. Adesso riprende in braccio, felice, Amos, entra in sala da pranzo e calcia piano verso di me la palla, che io stoppo di tacco. Bel passaggio, discreto anche lo stop veramente.
Arrivano degli altri ospiti, chiaramente loro conoscenti. Si mettono a chiacchierare col gènero e, ogni tanto, arriva fuori dalla cucina (che si vede, perché ha la porta spalancata verso la sala da pranzo) anca el nòno, attratto dale ciàcole.
Ahi… che qui si fa dura con i tempi…
“Quando ghè stà i Europei là, ne l'otantadù ( emoticon ) mi son stà a Santiago de Compostèla... par veder la Nassionàle… ah, l'è belo, l'è belo el Portogalo...!” ( emoticon emoticon emoticon )

Ci sono due modi per far fronte a questa situazione: o ingrugnirsi, incazzarsi, innervosirsi per la poca organizzazione e per lo squallore dell'ambiente, o partecipare, divertirsi, non avere fretta, apprezzare la genuinità, attribuire importanza ad alcuni dei valori familiari emersi, condividere.
Scegliamo decisamente la seconda e facciamo bene, secondo me.

La cotoletta frigge, pssssccccc...pssssccccccc... e dopo un po' arriva. Enorme (andava fuori dal piatto), di vitello (ho chiesto), senz'osso, fantastica, tenerissima, gustosissima, bollentissima. Eccelsa, come alla Cervetta. L'Enrica ha mangiato una braciola di maiale cotta sul camino dal nòno, ottima anche quella, a suo dire.
“Volìo dele verdure?”
“Sì, ... ehm... avevamo ordinato le patatine fritte...”
E' così che, mentre stiamo incominciando a mangiare la cotoletta, el nòno comincia a pelar le patate... emoticon emoticon e intanto la spòsa, per ovviare, ci propone degli zucchini in tegame (già pronti).
Buoni, asciugati non benissimo, ma saporiti, con lontano, misurato, sapore d'aglio.

Psssscccccc... pssssccccc... friggono le patatine... per fortuna la Clotilde è buona... dopo un quarto d'ora, a cotoletta quasi finita (avevamo rallentato appositamente, ma era anche gigantesca) arriva un piatto stracolmo di patatine fritte, roventi. Semplicemente meravigliose, fragranti e morbide nello stesso tempo.

Cosa c'è di dessert? Ciliegie sotto spirito, marasche sotto spirito e ciliegie cotte. Fanno loro (la nòna o la sorèla) la sbrisolona, però non ce n'è più. La Clotilde si è addormentata e se la nòna la se mete a far la sbrisolòna, andiamo a casa alle due di notte... emoticon emoticon
Siamo veramente strapieni, ma le ciliegie cotte le vogliamo provare.
Con le ciliegie, mi butto avanti e ordino anche il conto, si sa mai... emoticon
Una coppetta grossa in tre, le ciliegie sono tante, cotte nel vino e nello zucchero caramellato, assieme ad una giusta dose di cannella intera. Veniamo qui a sapere che è la sorèla che fa anche le ciliegie e poi le mette via nei vasoni, in cantina. Buonissime. Non ho ricordi d'aver mangiato ciliegie cotte e ciliegie cotte così.

Il conto? “Nòno! El contoooo...” La nòna sorride con Amos in braccio, el gènero si è messo a chiacchierare con l'altra tavolata. Dov'èlo el nòno? Arriva la spòsa dopo un po' col conto. 20 euro ho speso.
Arriva anche el gènero che si stacca dall'altra tavolata e ci offre un limoncino. Possiamo mai rifiutare? Fresco, ottimo.

Ripiombato indietro nel tempo, prendo la cosa con una rapita malinconia per il passato e, rispetto a quanto mi sono divertito e a quello che ho mangiato, il giudizio sintetico, dato che non c'è la mezza misura, è quasi basso.
Se uno/a non è teso/a, condivide le mie sensazioni e vuole mangiare gran bene cose semplici, vada lì tranquillo a sedersi a tavola. Magari alla seconda volta, quando ha preso un po' di confidenza, si porti via una bella bottiglia da casa ( emoticon ) e ne faccia assaggiare un goccio al nòno. Al resto pensano loro e forse quello là sul quadretto, col cuore in mano.


Consigliato!

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[joy]
14/09/2010
Bella recensione dagli aromi e dai sapori passati emoticon
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[aratos]
14/09/2010
Bè, un nome più classico di cosi :D
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[carolingio]
14/09/2010
Grazie Joy emoticon
Sì, Aratos, ed è proprio un gran belvedere verso il lago... Dentro... pure... secondo me, ma bisogna montare occhiali particolari... emoticon
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[carolingio]
14/09/2010
Eh, ma ho cercato di far capire che nel complesso sarebbe stato più giusto un tre e qualcosa. Però non si può dare.
Quattro mi sembrava troppo, perchè
- l'ambiente, dentro, è veramente squallido, soprattutto ad un occhio non preparato e predisposto
- è squallido anche da fuori, non fosse per la splendida vista (che non è merito della gestione)
- l'organizzazione del servizio e della cucina ha lasciato molto a desiderare, è solo che noi eravamo tranquilli e ben disposti a portar pazienza e a guardare con occhio benevolo
- il vino era proprio catti-vino, è vero che hanno rimediato portandone dell'altro, ma non era un granchè neanche quello in bottiglia...
- gli zucchini erano buoni, non di più
- le ciliegie erano molto buone
- Tagliatelle, cotoletta e patatine erano strepitose fuori misura
- conto a buon mercato.
Credo che bisogna anche cercare di esser giusti ed oggettivi nel giudizio. La recensione poggia forse troppo sul mio stato d'animo ben disposto e magari qualcosa inganna... emoticon emoticon
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[carolingio]
14/09/2010
Zio non dirmi così... già il fazzoletto in mano ce l'ho adesso qualche volta, tra un po' d'anni mi ci vuole il lenzuolo... emoticon emoticon
Eh... domenica di giorno avevo da montare il letto alla Elisa e da aiutarla nel trasloco, ma per tutta la settimana scorsa, fino a sabato, ti avevo detto che ero nella condizione ideale per far un po' di baracca... senza il falchèto... senza problemi di orari... di km...
E' che tu sei perso, sei troppo preso dal lavoro... eheheheh... emoticon
Beh, pazienza, dài, adesso riprendiamo a fare i conti con l'oste... eheheheh... e aspettiamo il Maestro... emoticon
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[aratos]
14/09/2010
Io sono per la linea dura di carolingio. Se li devono guadagnare con il sudore sulla fronte, sti cappelli!
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[carolingio]
14/09/2010
EVVVVAIII!!!... Ostrega!... eheheheh...emoticon emoticon
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[furzeina]
14/09/2010
Carol,senz'altro non è stato un "belvedere" e ne un "buon bere"emoticon...talvolta però,dietro al brutto,si possono trovare insperate sorpreseemoticon ..hai perfettamente ragione,lo stato d'animo,può fare la sua porca differenza...oserei dire "atteggiamento filosofico"emoticon
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[carolingio]
14/09/2010
Vero Furz, quant'è vero! Lo stato d'animo conta molto, per vivere bene in generale e quindi anche quando si va a mangiare, se uno è tirato o nervoso o preoccupato, difficile che l'uscita vada bene bene... emoticon
Quattro cinque sere fa, zio, mi è suonato il campanello e non c'era nessuno. Poi sporgo la testa dalla recinzione e vedo quattro ragazzini che scappano a gambe levate... emoticon emoticon emoticon Mi sono fatto una di quelle ghignate... Siccome fino ai 19 anni lo facevo anch'io, adesso ho deciso che mi riprogrammo e una delle prossime sere ci riprovo qua nella mia lottizzazione. Però, zio, devi cominciare anche tu lì nella tua via, a suonare i campanelli e poi a scappare, perchè l'allenamento dev'essere omogeneo... emoticon emoticon
Poi, una volta allenati con i campanelli, possiamo passare allo schiaffo in stazione sui finestrini del treno in partenza.
Dopo, zio, possiamo pensare ad Amici miei 4. O era 5? emoticon
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[pattyb]
14/09/2010
Troppo forte questa recensione!!!! Mi sto immaginando perfettamente questo posto e mi piace l'idea di immedesimarsi e amalgamarsi con questa famiglia che gestisce questo ristorante. Ma poi...le luci al neon, i pavimenti...mi piace questa atmosfera di vecchia casa!emoticon
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[gi]
14/09/2010
ma che bella !!
uno splendido racconto, mi ci son perso e mi e' proprio sembrato di essere liemoticon
grazie !
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[aratos]
14/09/2010
Niente sesso-alcool-droga?

Quindi rimane solo il calcio..
In pratica parli di andare a vedere una partita allo stadio, no?
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[Lucy...ah]
14/09/2010
Carooool mi piace molto questo posto, mi ricorda una trattoria/osteria dalle parti del Passo della Cisa che era gestita da due nonni come questi che hai descritto, c'erano il genero e la figlia, mancavano solo i nipotini. Ebbene ho mangiato un coniglio arrosto con le patate cucinati nella padella di rame nel forno a legna dietro al locale, il più buono che io ricordi. il nonno con passo stanco ma sorridente ci ha servito direttamente dalla padella la carne strepitosa, le patate raccolte nell'orto avevano un sapore indescrivibile. Il locale era squallido come il Belvedere ma pulitissimo. Ora purtroppo è chiuso e non credo riapriranno , i vecchi
non ci sono più e i figli hanno altre occupazioni......
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[carolingio]
14/09/2010
Grazie a voi per il vs. commento, Patty e Gi! emoticon
Trovare un posto così, nel 2010, a prescindere dai cappelli, è raro... meglio che andare a teatro o al cine... emoticon
Aratos, lo zio parlava di sottane e campanelli, non distruggerlo adesso che è martedì, ancora con un disillusorio 3-1 sul groppone, lui DEVE arrivare a venerdì emoticon emoticon
(poi comincia a connettersi normale... ma è tardi, perchè dopo comincia subito a pensare al lunedì... emoticon )
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[furzeina]
14/09/2010
Zio è un po' che non sento il termine "sottana"...mi viene in mente una vecchia canzone di Riccardo Cocciante "Un nuovo amico"..."perchè mi tiene ancor più caldo di un pullover di lana,a volte meglio di una bella sottana...un caro amico in più!"..emoticonemoticon
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[carolingio]
14/09/2010
Ops... ti sei sovrapposta alla mia risposta Lucy... emoticon
Non mi ripeto, son posti questi che valgono una serata emoticon
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[boso]
14/09/2010
quanto mi è piaciuto leggerti, complimenti.
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[carolingio]
14/09/2010
Ciao Alessandra, grazie! emoticon
Ma dov'eri finita? emoticon
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[boso]
15/09/2010
in vacanzaaaaaaaaaaaaaa
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[Reginalulu]
15/09/2010
L'ho letta solo adesso, perchè le cose belle voglio avere il tempo di leggerle con calma, con un bel bicchiere di sprite (;)) in mano e una bella musica di sottofondo.
E questo è un racconto bello, uno spaccato quasi Verghiano di una parte di un Italia bella che non va dimenticata.
Grazie, molto emozionanteemoticon
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[Alfi]
15/09/2010
@carol: bellissima recensione "d'ambiente" (sembra di essere lì anche noi, nel veronese, qualche decina di anni fa)! e ... gudizio condivisibile ...emoticon
ciao!
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[carolingio]
16/09/2010
Beh, Luisa emoticon grazie per il commento e per gli aggettivi... è questo uno dei rari posti nella mia zona affrontabile da chi si nutre di sprite senza particolari rimpianti per quello che si è perso in altri liquidi... emoticon
Grazie anche a te Alfi, vedo che condividiamo ancora... qui con il rosso non saresti andato tanto bene, ma c'era tanto altro a cui "attingere"... emoticon
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[Alfi]
16/09/2010
faremop spedizione in loco ...
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[Gerry]
16/09/2010
OK vabbè ho deciso: questa recensione è la più bella che abbia letto su GustaModena. Non me ne vogliano gli altri "recensori", anche perchè il mio, perchè mio, è un giudizio singolare. Resta il fatto che la lettura di questa recensione è un piacere. Forse, nel giudizio, sono aiutato dal fatto di aver frequentato frequentemente (posso?), anni fa (troppi?), posti così. E la condivisione, si sà, aiuta la comprensione, ... e così via!
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[carolingio]
16/09/2010
Orco can... qui la faccenda comincia a diventar pericolosa... emoticon grazie Gerry!... troppa gràssia santantonio... emoticon
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[carolingio]
16/09/2010
Ecco vedi? Lo sapevo io che la faccenda cominciava a diventare pericolosamente italica... emoticon
(ma quante botiglie vorèssito par la prossima? emoticon emoticon emoticon )
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[Gerry]
16/09/2010
Cavolo, io mi son venduto per molto meno!
Son bastate due "bocce" di bianco, anonime e senza garanzia. Così imparo ad accontentarmi!
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[furzeina]
16/09/2010
emoticon..allora tra un po' si costituisce un carolingio fan-club con sede in una spumeggiante cantina di Valdobbiadene!emoticonemoticon..cin cin carol!!!emoticon
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[carolingio]
16/09/2010
Adesso zio, no cominciàr a far ancora confusiòn... avevi detto che, per essere più accondiscendente, lo avresti fatto per meno di Gerry... GIUSTO?
Il commercio è commercio.
Ora, siccome Gerry ha un po' esagerato emoticon sia con i complimenti che con la "quota" a suo favore, io, zio, TI PROMETTO, e qui solennemente giuro e spergiuro, che, se cominci a comportarti bene, un mezzo bicchiere... VIA, ANCHE UNO, intero, te lo offro volentieri... emoticon emoticon emoticon
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[furzeina]
16/09/2010
Zio,allora si dovrà fare il "palloncino" ai commenti delle recensioni del buon carol!?emoticonemoticonemoticon
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[carolingio]
16/09/2010
Va ben, dài, finiamo sto mercimonio... emoticon
Le bottiglie buone qua non mancano e sono SEMPRE a disposizione! emoticon emoticon
alla prossima volta che ci si incontra emoticon